Con-fusione con-fine
Non mi vedo, sopita nel vapore d’assenso e distrazione. Non ricordo di avere un corpo, né un viso. Distinguo una smorfia apotropaica riflessa sul vetro di una finestra riemersa: propaggine […]
Non mi vedo, sopita nel vapore d’assenso e distrazione. Non ricordo di avere un corpo, né un viso. Distinguo una smorfia apotropaica riflessa sul vetro di una finestra riemersa: propaggine […]
Ho bisogno di un suono. Che raccolga questa manciata di pruriti e dia loro una forma compiuta. Ho bisogno di un codice, dettato dai lampi, o scosso da un ramo […]
Ricordo il vitreo bulbo oculare di una volpe appena morta. Voragine muschiosa, sospesa nel nulla. Avevo provato a raccoglierla dalla sua zampa ossuta – scricchiolii di un corpo appena investito […]
1,2 kg è una performance calligrafico-musicale che affronta il tema della transizione sociale attraverso una metafora: la decrescita.
Il peso del petto, mi rifugio nei pensieri di spasmi di foglie, nelle macchie inaspettate dei lampioni. Il vento. Tutto scuote, ma scavo una fossa nel suolo. Il buio e […]
La finestra è un faro nel buio. Grida rapaci e brividi di alberi; ogni frequenza è un cono di suono. Precipito nel baratro di un sassetto che, non so come, […]
Mi hai scoperta. Mi hanno svelata proprio i sospiri. – Cosa vogliono dire? – Hai chiesto. L’ultimo che ho lasciato scappare e che si è sfumato sul tuo mento, prima […]
Dunque mi è caduto il libro là dentro. Ma il suo volo mi ha lasciato un lieve desiderio di precipitare al contrario dentro l’infinito, cosa che, in verità, mi è […]
La scomparsa delle cose e degli esseri mi schiaccia al suolo, di nuovo. La mia stessa forma si riduce a poltiglia senza il sostegno dell’euforia, invertebrata. Sento il mondo intriso […]
Fiutare una traccia di parole non scritte. L’odore di solchi – futuri e remoti – scuce il capo fin sopra le nubi, a inseguire scie, abbandonate le membra laggiù, in […]
Un ago scomparso. Mia bisnonna ne aveva uno, svanito dentro il palmo della mano mentre lisciava le lenzuola. Si era conficcato con tale velocità che non vi era stata traccia […]
Il mio modo di sentire è diversamente reale. Ci sono nembi che incedono come croste del cielo e non si può far nulla che non sia amarli, d’orrore. E l’orrore, che non è paura, ha una sfumatura d’attrazione sensuale spesso incompresa;
Mi coglie il grido di tutto ciò che scompare, non solo il dolore del suo divenire assenza, ma il potenziale assenteismo di chiunque. Siamo giunti e partiti al contempo, nati scomparsi, da sempre.
Dovreste immaginare una voce che non sia audace, ma querula e mediosa. Che non porti tuoni di apocalisse, ma brevi schiume confuse nell’alba di un bosco. Aghi di pino d’un […]
Fuggo per mantenere insieme le cose. Giungo in città, dopo tanto, è vertigine lungo i muri secchi. L’acqua opaca del fiume che giace senza consenso, e giacciono i gabbiani sul […]
Pelle, cos’è? Penso alla pelle ed è subito funghi nel bosco. La vista, l’udito, il tatto vengono meno, come scuciti nel corpo da una pungenza bagnata. Ecco, è proprio frascame, […]
Originally posted on DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario:
“Amo la frammentarietà delle forme brevi, libere di cambiare direzione in qualsiasi momento, di saltare un po’ovunque nello spazio…
Appena volgo lo sguardo verso la melma lunare ho come la sensazione improvvisa di essere nient’altro che una potenzialità di cose mai raggiunte. Un bisticcio di mani ansiogene, che uno spirito recondito – fra i miei tanti, sfuggenti – muove.
La meteopatia mascherata da malessere mascherato da esperienza metafisica è l’unica autentica condizione perché possa incontrare nuove solitudini nascoste al mio io, esse prendono la forma di altre ombre che non mi appartengono, che sono le ombre di tutti coloro i quali si nascondono da loro stessi, e dunque da me.
Vorrei rifugiarmi dentro una storia compiuta, perfettamente strutturata, con valli disegnate tutte intorno e colline che si incastrano nettamente; coi ruderi disposti dove la composizione più vi aggrada, e certi […]